Dopo una prima mattinata di lavoro e un viaggio di un paio d'ore per raggiungere la nostra meta, abbiamo lasciato la macchina
nel parcheggio sulla parte alta del borgo di Civitella
Alfedena e ci siamo incamminati lungo il sentiero I1, uno dei più
famosi del parco, in quanto, attraverso la Val di Rose, raggiunge il passo del Cavuto e il rifugio di
Forca Resuni, luoghi che hanno avuto il merito di permettere la sopravvivenza del camoscio d'Abruzzo
(Rupricapra pyrenaica ornata). Il bellissimo "ornata", infatti, nei primi decenni del '900 si è rifugiato su queste vette per sfuggire alla caccia indiscriminata dei bracconieri, e solo per un soffio si è evitata l'estinzione di uno dei più bei mammiferi italiani.
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Boschi e colori |
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Barrea appare tra le fronde |
La prima parte del sentiero è quella un po' più ostica, perché ripida e scomoda, ma è solo un breve tratto. Purtroppo, però, mentre stavamo per entrare nella faggeta, il
tempo in quota si è fatto sempre più brutto, perciò, visto anche l'orario, abbiamo deciso di tornare indietro
poco prima di entrare nel bosco dai mille colori. Peccato! Avevamo voglia di tornare sui passi che ci avevano portato, anni fa, al nostro primo incontro con il camoscio d'Abruzzo.
Un po' sconfortati
ci siamo diretti verso la Val Fondillo, situata nel comprensorio del comune di Opi.
Almeno in basso non c'era rischio di trovare pioggia e forte vento…
Dopo aver
parcheggiato nell'apposita area vicino al punto di ristoro, ci siamo
incamminati lungo la via che porta al valico Passo dell'Orso.
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I Faggi di Monte Amaro |
Superato il ponte
sulla sinistra dal quale si raggiunge Monte Amaro, ci siamo inoltrati nella
faggeta. Qui il sentiero lambisce la Riserva integrale, istituita perché la
zona è frequentata dall'orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) e
dal picchio dorsobianco (Dendrocopos leucotos). In silenzio
abbiamo ascoltato il sottofondo del torrente Fondillo, mentre il
vento passava tra le foglie intonando infinite note.
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Torrente Fondillo |
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Foglie |
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Faggi |
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Colori |
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All'ombra del grande faggio |
Camminando con
la calma di chi vuole assaporare ogni passo abbiamo ammirato i colori
degli alberi in autunno, soffermandoci a osservare i larici che
spuntavano qua e là e ci facevano pensare ai paesaggi del lontano
nord. Le cince, more e bigie, i codibugnoli, le ghiandaie e le tordele hanno accompagnato il nostro cammino fuggendo allarmate al nostro passaggio, mentre ad ogni svolta speravamo di scorgere le corna ramificate di qualche cervo.
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Larici |
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Larici |
Purtroppo il tempo a
nostra disposizione si stava esaurendo e, anche in previsione del
lungo viaggio per rientrare a casa, abbiamo deciso di tornare
indietro quando eravamo più o meno a metà del cammino.
L'ultima sorpresa ci
è stata regalata dal sole che, dopo una giornata trascorsa nascosto tra le
nubi, si è finalmente affacciato con la sua calda luce del tramonto
ed ha illuminato la vetta del Monte Amaro e del Monte Marsicano,
regalandoci l'ultimo sorriso della giornata.
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Monte Marsicano |
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Monte Marsicano |
Quando eravamo ormai diretti verso casa, però, non abbiamo saputo resistere ad una breve sosta per rifocillarci con i deliziosi
dolci del Parco.
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Dalle delizie per gli occhi a quelle per il palato |
Che dire, l'Abruzzo
ha mille meraviglie e infinite montagne, ma solo gli ambienti del
Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise hanno la capacità di farti
entrare in un mondo fatato...
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